impressum e syndicom stanno negoziando un contratto collettivo di lavoro per la Svizzera tedesca e il Ticino con l'associazione degli editori “Stampa Svizzera”. Le trattative sono state interrotte perché l’associazione degli editori rifiuta di migliorare la propria offerta. L’associazione insiste su salari minimi scandalosamente bassi, e per i dipendenti che lavorano regolarmente come liberi professionisti ("freelance") continuerà a essere molto difficile beneficiare della protezione del CCL.
Il sindacato dei media syndicom e l'associazione professionale impressum chiedono congiuntamente all'associazione degli editori “Stampa Svizzera” di tornare al tavolo delle trattative e di concludere un CCL decente. Con questa petizione vogliamo far capire chiaramente che nei media - ovunque in Svizzera - sono necessari salari equi e buone condizioni di lavoro.
Il contesto
Le case editrici, alcune delle quali molto redditizie, offrono un salario minimo di soli 4.800 franchi al mese - è troppo poco per un/a giornalista, e come se non bastasse sono ben 1.000 franchi in meno di quanto previsto come salario minimo in Romandia. Per i loro liberi professionisti regolari, gli editori vogliono imporre un compenso giornaliero di soli 400 franchi – che sono 184 franchi in meno rispetto al compenso minimo fisso previsto in Svizzera romanda.
L'attuale progetto di CCL lascia molto a desiderare anche in altri settori chiave: non tiene conto dei diritti d'autore e d’uso dei liberi professionisti e non offre una protezione sufficiente contro il licenziamento per le collaboratrici e i collaboratori di lunga data. Inoltre, manca l’urgente regolamentazione del carico e degli orari di lavoro, che spesso sono eccessivi anche per i giovani professionisti dei media.
L'offerta dell'associazione degli editori è stata respinta all'unanimità dall'assemblea delle delegate e dei delegati di impressum. Anche il sondaggio condotto da syndicom e impressum ha documentato che i professionisti dei media non ritengono accettabile il risultato intermedio delle trattative.
All'associazione degli editori chiediamo:
- Un salario minimo e degli onorari adeguati – che siano al livello del CCL vigente in Svizzera romanda. Per le case editrici che si trovano in una situazione finanziarie difficili sono immaginabili delle deroghe.
- Le condizioni affinché i liberi professionisti regolari (compresi fotografi e videogiornalisti) ricadano sotto la protezione del CCL sono troppo rigide e devono essere allentate.
- Buone condizioni di lavoro: in particolare, miglioramenti nella protezione dei diritti d'autore, un'adeguata protezione contro il licenziamento per i dipendenti di lunga data, un trattamento equo degli straordinari e una retribuzione adeguata durante il periodo di formazione.
Insieme chiediamo al Presidio dell'associazione degli editori “Stampa Svizzera” di riprendere i negoziati con le parti sociali. Chiediamo un contratto collettivo per la stampa giusto e che soddisfi queste richieste.